Nei giorni scorsi è andata in scena in Senato una petizione ufficiale contro l’utilizzo dello smartphone sotto i 16 e i 14 anni. I dettagli su questa vicenda.
Sono sempre di più i ragazzi a utilizzare lo smartphone per tantissime ore al giorno. Un aspetto che preoccupa non solo i genitori, ma anche i docenti. Sono moltissimi gli episodi, infatti, di ragazzi che a scuola durante le lezioni si distraggono a causa della presenza del telefono personale.
In molti temono che l’uso dello smartphone sia diventato sempre più spropositato e non favorisca l’apprendimento dei ragazzi a scuola. Oltre al fatto di distrarre durante le lezioni, infatti, lo smartphone potrebbe rappresentare un deterrente alla concentrazione nel corso del pomeriggio durante la fase di studio.
Ecco, dunque, che nei giorni scorsi è stata presentata in Senato una vera e propria petizione contro l’uso dello smartphone sotto una certa età. E ciò, in riferimento non solo alle ore prettamente scolastiche, ma anche in generale nella vita dei ragazzi. Scopriamo tutti i dettagli in merito.
Stop all’uso dello smartphone fra i più giovani: la nuova petizione arriva in Senato
La petizione presentata in Senato è stata denominata “Stop Smartphone e social sotto i 16 e i 14 anni“. Essa, quindi, prende di mira non solo l’uso dei cellulari, ma anche la diffusione sempre più smisurata e incontrollata in riferimento all’utilizzo dei social network.
La cosa importante da dire è che la petizione non è stata presentata esclusivamente da una parte politica, bensì da vari senatori e onorevoli di forze opposte. Nello specifico sono intervenuti la senatrice Simona Malpezzi del PD, l’onorevole Marianna Madia sempre del PD, la senatrice Lavinia Mennuni di Fratelli d’Italia e il senatore Carlo Calenda di Azione.
Gli ulteriori dettagli
In Senato era presente anche Daniele Novara, pedagogista e autore di best seller, promotore diretto di questa petizione contro l’uso del cellulare e dei social sotto i 16 e i 14 anni.
Queste sono state le sue parole in merito: “Il vento sta cambiando. Finalmente si stanno iniziando a prendere in considerazione le necessità dei bambini e delle bambine, e non le mode più o meno indotte. Benissimo continuare il percorso in Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, aspettiamo le firme dell’appello da parte di chi si è detto favorevole“.
E ancora: “Il punto è evitare di attribuire ai genitori un ruolo poliziesco e dare loro un sostegno perché possano svolgere al meglio il loro ruolo educativo. Così come gli insegnanti“.