Precaria da oltre 20 anni, docente fa causa: il Ministero dell’Istruzione condannato a risarcirla

Un’insegnante di religione della provincia di Cuneo, precaria da 21 anni, ha vinto la causa intentata contro il Ministero dell’Istruzione: il risarcimento nei suoi confronti è di oltre 52.000 euro.

Docente precaria vince causa
Una docente di religione precaria ha vinto la causa contro il Ministero (40k.it)

Tutti coloro che lavorano nel mondo della scuola sanno bene le difficoltà nel riuscire ad avere stabilità con la propria professione. Molto spesso i docenti subiscono il trasferimento da un posto a un altro, in molti casi anche a una certa distanza dal luogo in cui si vive. In più è proprio il contratto rinnovato di anno in anno e quindi la costante precarietà a non dare garanzie agli insegnanti, che si ritrovano a dover fare i conti con quella che è a tutti gli effetti un’anomalia. Tuttavia c’è anche chi decide di ribellarsi a questo stato di cose e per farlo sceglie di passare alle vie legali.

21 anni senza diventare di ruolo: la docente vince la causa

Un’insegnante di religione, precaria ormai da 21 anni, non era più disposta ad accettare questa situazione e per questo ha scelto di fare causa al Ministero dell’Istruzione. La docente ha iniziato a insegnare nel 2003 presso la scuola superiore di Mondovì, in provincia di Cuneo: oggi, dopo ben 21 anni, l’insegnante di religione è sempre nella stessa scuola ma non ancora è diventata di ruolo.

Sentenza docente precaria
Il Giudice dà ragione alla docente: il Ministero dovrà risarcirla (40k.it)

La docente aveva un contratto rinnovato di anno in anno. Una situazione dopo oltre un ventennio che l’insegnante di religione non poteva più tollerare. Si è quindi rivolta al Giudice del Lavoro, che le ha dato ragione precisando che il Ministero ha compiuto un abuso nei suoi confronti sfruttando la ‘contrattazione a termine’.

Insegnanti di religione: cosa dice la legge

Per questo il Ministero dell’Istruzione dovrà risarcire la docente con 18 mensilità da 2900 euro: per farla breve l’insegnante otterrà in tutto 52.000 euro di risarcimento. E non è tutto, perché il Ministero dell’Istruzione dovrà provvedere anche al pagamento delle spese del giudizio.

Dato che sono gli studenti stessi a decidere se avvalersi o meno dell’insegnante di religione, la legge prevede che un 30% di questa categoria di docenti possa essere assunto mediante i contratti a termine, rinnovabili in automatico. Tuttavia sempre la legge prevede un limite di 3 anni per il rinnovo: nel caso della docente cuneese questo limite è stato ampiamente superato.

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