Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito, ha parlato della possibilità di introdurre in futuro un’assicurazione sanitaria a scuola per docenti e collaboratori. Tanti i temi toccati durante la Giornata Mondiale degli Insegnanti.
Ogni anno il 5 ottobre si tiene la Giornata Mondiale degli Insegnanti, istituita dall’UNESCO nel 1994. Si tratta di una ricorrenza che ha come obiettivo quello di spingere al sostegno nei confronti dei docenti e fare in modo che le future generazioni restino sempre soddisfatte dagli insegnanti. Una commemorazione importante che ha visto anche l’intervento del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha messo in evidenza anche alcuni interventi su cui starebbe ragionando il governo.
In particolare Valditara ha posto l’accento sulla possibilità di introdurre in futuro l’assicurazione sanitaria per il personale della scuola: non solo gli insegnanti, quindi, ma anche i collaboratori scolastici. Il Ministro ha ricordato che ormai l’assicurazione sanitaria è diffusa tra i privati e che lo Stato deve avere come primo obiettivo quello di garantire il benessere: un impegno che a detta di Valditara emerge chiaramente in alcune misure introdotte, come ad esempio gli sconti per i docenti.
Valditara, intervenuto durante il convegno ‘L’Italia dei conservatori: Europa, futuro, libertà’ in corso a Roma proprio in occasione della Giornata Mondiale degli Insegnanti, ha fatto presente quanto sia importante pensare a un docente “rispettato e valorizzato“, perché solo in questo modo “si costruisce e si cambia la società“.
Valditara ha poi parlato delle violenze che troppo spesso gli insegnanti sono costretti a subire dai genitori degli alunni: situazioni sempre più frequenti che il Ministro condanna senza mezzi termini. “Lo scorso anno le violenze e le aggressioni nelle scuole sono aumentate del 110%“, le parole di Valditara riportate anche dal quotidiano La Repubblica.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha poi chiarito che il nuovo voto in condotta è una “rivoluzione culturale“, precisando di non avere in mente uno “Stato repressivo” ma di volere semplicemente ricordare che la responsabilità è “al centro di una società liberale che non è anarchica“.
Infine un passaggio sui danni che talvolta si verificano durante le occupazioni scolastiche: “Non sono azioni contro il governo ma contro i cittadini italiani, noi tutti ci rimettiamo i soldi“.
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