Alcuni insegnanti sfruttavano il bonus docenti per acquistare frigoriferi, lavatrici e altri elettrodomestici: le indagini hanno permesso di scoprire la tecnica utilizzata per aggirare la legge.
Il taglio del bonus docenti, che dovrebbe passare da 500 a una cifra compresa tra 400 e 425 euro, sta sollevando molte polemiche, unitamente al fatto che la misura di sostegno – introdotta nel 2015 dal governo Renzi – non sia arrivata nel mese di settembre. I docenti sono in fermento e anche i sindacati hanno provveduto a denunciare questa situazione. Tuttavia pare che dietro questo ‘stallo’ ci sia la scoperta di una serie di truffe: diversi insegnanti, infatti, sfruttavano il bonus per acquistare beni diversi da quelli previsti nella misura.
Invece di libri di testo, corsi di formazione o biglietti per teatro e cinema pare che alcuni docenti usufruissero di questo bonus per comprare frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, smartphone, stampanti, scanner e molto altro ancora. Ma come è stato possibile effettuare questi acquisti se la legge non lo permetteva?
Come riportato anche dal quotidiano ‘Il Giornale’, sembra che i furbetti avessero ormai escogitato uno stratagemma ben preciso. Come prima cosa si procedeva all’acquisto di un bene effettivamente previsto nella misura: tuttavia, dopo qualche giorno lo si restituiva lamentando un presunto malfunzionamento.
A quel punto il negoziante non poteva fare altro che sostituire il bene con un buono dello stesso valore. Proprio questo sistema consentiva ai docenti furbetti di acquistare elettrodomestici vari. In alcuni casi, come emerso nelle indagini, gli esercenti erano anche d’accordo con gli acquirenti: non a caso alcuni di questi commercianti dovranno pagare decine di migliaia di euro di sanzione.
D’altronde bastava già dare un occhio ai dati per capire che qualcosa non stava andando per il verso giusto. Per Enti e corsi accreditati per la formazione, infatti, era stato speso appena il 3,08% dei circa 3,5 miliardi stanziati per il bonus. Le percentuali non sono migliori per mostre (0,86%), cinema (0,5%) e teatri (1,48%).
Il grosso lo fa la spesa per i prodotti hardware, che supera il 67%, così come quella per i libri di testo, che sfiora il 24%. Ora sono in molti a chiedersi che fine farà la Carta docenti dopo la scoperta di questi raggiri.
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